+57”, brano firmato da Karol G, J Balvin, Maluma, Feid, Blessd, Ryan Castro e DFZM, è stato ufficialmente dichiarato dal Consiglio di Stato colombiano come una violazione dei diritti fondamentali dei minori: Il Consiglio di Stato colombiano interviene contro il brano per contenuti che “sexualizzano l’infanzia”, la polemica scuote il mondo del reggaeton.
Una canzone che doveva essere un omaggio alla Colombia si è trasformata in uno dei casi più controversi nel mondo della musica. “+57”, brano firmato da Karol G, J Balvin, Maluma, Feid, Blessd, Ryan Castro e DFZM, è stato ufficialmente dichiarato dal Consiglio di Stato colombiano come una violazione dei diritti fondamentali dei minori, scatenando un acceso dibattito culturale e mediatico.
“+57”: da hit attesa a caso giudiziario
Il titolo del brano fa riferimento al prefisso internazionale della Colombia, e l’unione di tante superstar del reggaeton aveva generato entusiasmo tra i fan fin dal primo annuncio. Tuttavia, fin dalla sua pubblicazione il 7 novembre 2024, la canzone ha ricevuto critiche per versi che avrebbero sessualizzato ragazze minorenni. In particolare, una strofa faceva riferimento a una “mamacita” di 14 anni.
Secondo quanto riportato dall’Associated Press, nel verdetto emesso il 9 aprile 2025, il Consiglio di Stato ha dichiarato:
“La diffusione di una canzone che sexualizza a los menores de edad constituye una grave vulneración de su derecho fundamental a la dignidad humana.”
Un passaggio chiave che ha portato la corte a ordinare agli artisti coinvolti di astenersi dal pubblicare contenuti che ledano i diritti dei bambini e degli adolescenti.
La risposta degli artisti e la modifica della canzone
La prima a rispondere pubblicamente è stata Karol G, che l’11 novembre aveva scritto sui social:
“Sto ancora imparando. Mi scuso sinceramente.”
Due giorni dopo, la canzone è stata modificata: nel video ufficiale la frase “fourteen” è stata sostituita con “eighteen”. Una correzione tardiva, secondo molti, che non ha evitato le conseguenze legali e reputazionali.
La polemica si espande
Anche il presidente colombiano Gustavo Petro è intervenuto condividendo un articolo di Rolling Stone en Español intitolato “El desastre de +57”, dichiarando che “va bene il dibattito culturale”. L’ICBF (Instituto Colombiano de Bienestar Familiar) ha aggiunto che il brano “rafforza la sessualizzazione dell’infanzia” e “non contribuisce alla lotta contro lo sfruttamento sessuale minorile”.
La canzone era stata registrata a Medellín, città natale di Karol G e culla del reggaeton colombiano. Ma proprio questa ambientazione ha accentuato il paradosso, considerando le problematiche sociali legate al turismo sessuale e alla protezione dei minori.