Shanina, Jojo, Maite e Gladys: ecco come María Becerra trasforma il trauma in un universo artistico complesso e potente.
Gli alter ego di María Becerra in “Quimera”: analisi completa
Con l’uscita di “Quimera”, María Becerra costruisce un universo narrativo complesso basato su quattro alter ego femminili, ognuno portatore di una parte della sua storia emotiva. Senza poter raccontare direttamente il dolore vissuto, l’artista ha scelto la via della metafora, frantumando se stessa in quattro identità complementari.
Shanina – La mente fragile e romantica
Rappresenta la parte più instabile, idealista e vulnerabile. Vive in un mondo rosa e viola, tra sogni kawaii, amori impossibili e ossessioni che diventano pericolose. È la personificazione dell’amore che perde il controllo.
Jojo – L’eccesso e la fuga
Selvaggia, impulsiva, ribelle. Si rifugia in feste, caos, sesso e notti infinite. Usa gli eccessi come anestetico emotivo. È un’identità che corre, scappa, brucia tutto. È la fuga dalla realtà.
Maite – Il silenzio e la perfezione
Misurata, elegante, distante. Ha costruito un guscio emotivo per difendersi dall’abbandono paterno. Vive sotto pressione, sempre impeccabile ma vuota dentro. È il controllo assoluto per non sentire il dolore.
Gladys – La vulnerabilità pura
È la più reale: una donna ferita da un amore perduto, segnata dalla prigione e dalla maternità vissuta a distanza. Canta dolore e speranza. È l’umanità più nuda.
Cristina Zambrano León













